Barbie è un film involontariamente redpillato

Il film di Barbie non ha certo bisogno di presentazioni dato il successo che sta riscuotendo. E’ un film diretto dalla regista e sedicente femminista Greta Gerwig e prodotto dallo sceneggiatore Noah Baumbach.
Fun fact: i due nella vita sono anche una coppia e Baumbach ha un patrimonio stimato netto di 104 milioni di dollari. Che coincidenze, ste donne anche quando progressiste ed emancipate, mai che si scelgano un impiegato qualunque eh. L’ipergamia non si tocca.

Riassunto della trama (con spoiler)

Il film inizia con una citazione alla famosa scena di 2001 Odissea nello spazio, dopodiché tramite una voce narrante, si viene catapultati a Barbieland.
Barbieland è una sorta di concretizzazione di un mondo così come se lo immagina una bambina mentre gioca con le sue bambole (le Barbie appunto). In questo mondo le Barbie sono ovviamente le vere protagoniste e Ken un mero accessorio che esiste solo in virtù delle Barbie e solo quando elle lo degnano di attenzione. Essendo un modo così come se lo immagina una bambina, chiaramente manca qualsiasi tensione sessuale tra i personaggi, sebbene il Ken interpretato da Ryan Gosling abbia una palese cotta per Barbie la quale lo friendzona sistematicamente.
La vita a Barbieland scorre tranquilla quando alla Barbie-stereotipo (diciamo la leader di tutte le Barbie interpretata da Margot Robbie) cominciano a venire pensieri tristi e di morte. Questi pensieri sono il riflesso di ciò che la sua “proprietaria” nel mondo reale sta provando nell’inconscio, come spiega la Barbie-stramba (una sorta di megera che sa tutto) alla Barbie-stereotipo in seguito ad un consulto. Dunque per cercar di sistemare la faccenda, la Barbie-stramba suggerisce alla Barbie-stereotipo di teletrasportarsi nel mondo reale e rimettere a posto la questione. E così fa. Nel frattempo Ken che ha assistito a tutta la scena, si intrufola nella macchina di Barbie a sua insaputa, i due quindi finiscono per ritrovarsi nel mondo reale.

Il mondo reale proporne una versione estremizzata dei peggiori stereotipi sul genere maschile a cui siamo abituati. Barbie subisce costantemente catcalling da qualsiasi uomo, sia egli un passante, un operaio edile o un poliziotto. Ma soprattutto tutti gli uomini sono stupidi o accecati dal Dio denaro. Il film sfrutta quindi il classico giochetto dell’esaltare la figura femminile (girlpower) non per particolari suoi meriti, ma sminuendo l’uomo in tutti i modi possibili. Ma se lo fai quindi rinneghi il concetto stesso di parità di cui tanto si riempiono la bocca.
Intanto Barbie conosce la sua proprietaria la quale non è una bambina. bensì una madre adulta. Anzi, la figlia è addirittura schifata dalle bambole e dalla vita in generale.

Nel mondo reale gli uomini occupano le più alte cariche professionali, cosa che non viene concessa alle donne. In questa realtà in cui l’uomo è nutre di assoluta considerazione, Ken acquisisce una rinnovata consapevolezza ed ha un’idea: imporre il patriarcato in Barbieland.
Ken torna quindi a Barbieland ed istituisce il patriarcato in accordo con tutti gli altri Ken. I bambolotti così cominciano a scimmiottare le varie usanze di quella che noi tutti consideriamo mascolinità, e sorpresa, la cosa funziona!
I Ken cominciano ad essere presi in considerazione dalle Barbie, le quali cominciano finalmente a guardarli sotto un’ottica sentimentale/sessuale.
Quando Barbie fa ritorno a Barbieland vede lo scempio che è stato creato ed assieme alla Babrie-stramba escogitano un piano per rimettere a posto la situazione.
Il piano prevede innanzitutto quello di “risvegliare” le varie Barbie (nel frattempo ammaliate dal machismo patriarcale) tramite discorsi tipici del femminismo, e una volta fatto ciò, portare a galla la puerilità del machismo. Per farlo devono dare validazione ai Ken fingendosi interessate, e sul più bello andarsene e fare le scemotte con un altro Ken. In poche parole parole il film suggerisce la normalizzazione del Gaslighting nei confronti degli uomini.
La cosa funziona, i Ken cominciano ad essere gelosi e la gelosia li porta a combattere l’un l’altro.
Barbie dunque fa la predica agli uomini facendo notare quanto siano ridicoli e che quindi la situazione più ideale per tutti è l’istituzione di un matriarcato.
I Ken smettono di essere mascolini e virili, e con questa perdita di virilità smettono di essere interessanti agli occhi delle Barbie. Barbie-stereotipo continua a friendzonare il Ken di Gosling e per di più anche le altre Barbie perdono interesse verso gli altri Ken.

La morale agli occhi di un redpillato


Il film pone il fianco a diverse critiche, oltre ad essere ipocrita e contraddittorio, io però mi soffermo su quello che è il tema principale del blog, mentre per tutte le altre criticità vi invito a leggere altre opinioni.
In maniera del tutto inconsapevole infatti il film non fa altro che confermare quelle che sono le istanze della redpill e della manosphere, il che è qualcosa di ironico e magico allo stesso tempo.
Il femminismo si erge dunque ad ideologia salvifica, l’unica in grado di creare un mondo giusto laddove il patriarcato genera solo conflitti. Il messaggio del film è quindi di stampo femminista-separatista, proponendo come soluzione la completa separazione dei due generi che quindi non dovranno mai avere nessun punto di incontro. I Ken femminilizzati non cominciano ad essere magicamente attraenti agli occhi delle donne, anzi, senza la “bolla patriarcale” diventano semplicemente dei robot senza anima ai quali viene privata -dalle donne- la sfera emotiva, sentimentale e sessuale. Ed il film suggerisce che questa è cosa buona e giusta e che l’uomo deve accettarlo, ignorando ovviamente il bisogno intrinseco dell’essere umano (uomini e donne) di ricevere affetto, validazione e sesso.
In questo futuro distopico (che in realtà già si sta pian piano avverando) le donne non subiscono chissà quali conseguenze dato che qualora vogliano sfogare i propri bisogni sessuali, possono farlo in qualsiasi momento con un Chad a caso. Il problema lo avrebbero essenzialmente la restante parte degli uomini non Chad (circa il 90%) che non potendo contare su un minimo di machismo che la società gli consentiva, perdono qualsiasi valore in quanto sprovvisti di un’adeguata genetica (bellezza estetica) che diventerebbe dunque l’unico elemento a determinare il valore dell’uomo.

E forse non è stato un caso la scelta dell’attore per il ruolo di Ken. Ryan Gosling infatti, pur essendo pubblicizzato da Hoolywood come un sex symbol, non è un Chad obiettivo e quindi risulta credibile nei panni dell’uomo friendzonato. Immaginate se il ruolo fosse stato affidato ad Henry Cavill o ad attore esteticamente superiore che meglio aderisce ai canoni del Chad, probabilmente il film si sarebbe trasformato in un porno nell’arco di 10 minuti, altro che friendzone.


Sappiamo benissimo che da sempre le donne sono attratte da Look Money e Status. Togliete le ultime due, ovvero, eliminate dalla società la parvenza che l’uomo abbia un minimo di valore socio-economico, e cosa resta? Solo il valore dettato dal look che essenzialmente è genetico ed immutabile. Ed un mondo in cui il 90% degli uomini -il che includerebbe anche il nostro “bel” Gosling- è tagliato fuori dalla sfera sentimentale e sessuale (in quanto non abbastanza attraenti) secondo voi potrà mai andare avanti? Quel 90% smetterebbe semplicemente essere parte attiva della società, si accascerebbe, e semplicemente la civiltà si fermerebbe. E la storia ci da ragione, tutte le civiltà della storia hanno avuto il maggior periodo di prosperità in contesti patriarcali.
Una società in cui i membri attivi saranno solo le donne e i pochissimi Chad, semplicemente non può sorreggersi e finirà per collassare.
E se questa è la versione del futuro a cui il femminismo e le donne auspicano, è la dimostrazione concreta di quanto sia veritiera la frase: gli uomini costruiscono, le donne distruggono.





Lascia un commento